Importanti progressi nella copertura delle zone carenti di medici di base nel Vibonese. Secondo la ricognizione dell’Azienda Sanitaria Provinciale (Asp), da maggio a ottobre le sedi vacanti si sono ridotte da 22 a 11, segnando un risultato significativo nonostante le difficoltà legate a bandi deserti e procedure complesse.
Le zone ancora carenti riguardano Sant’Onofrio, Vibo (frazione Piscopio), Pizzo, Francica, Filadelfia, San Calogero, Zaccanopoli, Tropea, Drapia, Vazzano e Gerocarne. In molti di questi comuni si sta sopperendo grazie ai medici pensionati che hanno scelto di prolungare il servizio oltre i 70 anni, ma alcune proroghe scadranno a dicembre, rischiando di riaprire le sedi vacanti.
Particolarmente critica la situazione a Francica, dove da oltre un anno non si riesce a garantire la presenza di un medico di base.
Il ruolo determinante delle Aft
Un ruolo sempre più strategico è affidato alle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), attivate in sette centri del Vibonese: Vibo, Mileto, Tropea, Nicotera, Filadelfia, Soriano e Serra San Bruno. Queste strutture rappresentano la nuova direzione dell’assistenza territoriale, con l’obiettivo di assicurare continuità assistenziale e ridurre la pressione sui Pronto soccorso.
Ogni AFT riunisce almeno 9 medici di famiglia in un’unica sede, offrendo assistenza continua dalle 8:00 alle 20:00 sull’intero comprensorio. Il vantaggio per i cittadini è quello di trovare sempre un medico disponibile, anche se non il proprio di riferimento.
L’Asp sta puntando molto sulla comunicazione e sensibilizzazione dei pazienti, spiegando le funzioni e i servizi delle AFT, che in futuro potranno evolversi in “AFT complesse”, capaci di fornire anche assistenza notturna e specialistica.
L'obiettivo: alleggerire il Pronto soccorso
Si tratta di un passo decisivo verso la riforma della medicina territoriale, indispensabile per alleggerire i Pronto soccorso, oggi sovraffollati da accessi impropri dovuti alla carenza di medici di base.
Secondo i dati Asp, l’85% dei casi trattati al Pronto soccorso potrebbe essere gestito direttamente sul territorio. Una percentuale che evidenzia l’urgenza di potenziare la rete dei medici di famiglia e di rafforzare il legame tra sanità e territorio, per una cura più efficiente e vicina ai cittadini.
