Un ritorno carico di emozioni e ricordi. Carlo Recalcati, storico coach della Panasonic/Viola Reggio Calabria, è tornato in città per le riprese del docu-film a lui dedicato, e non ha mancato di tuffarsi nel passato, tra aneddoti, amicizie indissolubili e quel sogno scudetto che ancora oggi accende la memoria di un’intera città.
L’atmosfera si è fatta subito familiare con un incontro speciale: quello con Sasha Volkov. “Ma guarda, Sasha è principalmente un amico. Siamo diventati di famiglia. Abbiamo lavorato assieme solo un anno, ma è nata un’amicizia che ci permette, pur da lontano, di seguirci nelle nostre vicissitudini di vita. Ringrazio Sasha per questo sacrificio, perché so che per lui viaggiare in questo momento non è facile. È qua non solo per me, ma per Reggio”.
Sul docu-film che lo vedrà protagonista, Recalcati sfoggia la proverbiale modestia. A chi lo definisce “il miglior allenatore italiano di sempre”, risponde così: “Non ho questa presunzione, lascio ad altri i giudizi. Ho incontrato tanti allenatori bravissimi. La cosa importante che io ho sempre ricercato, in me e negli altri, è che fossero profondamente se stessi. Quando uno è se stesso fino in fondo, ha già ragione ed è il migliore in assoluto. Quindi, di migliori ce ne sono tanti”.
E poi, il grande “se”: cosa sarebbe successo se quello scudetto sognato fosse davvero arrivato a Reggio? “Sarebbe stata una cosa fantastica”, sogna Recalcati. “In quegli anni la partecipazione era incredibile. Non erano solo i tifosi a Pentimele, era una città intera che ci seguiva. Immaginare cosa sarebbe successo… credo che avremmo messo la città… beh, avremmo festeggiato per una settimana intera, come minimo. Anche di più”.